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Nel 2020 saldo positivo tra nuove imprese iscritte alla Camera di Commercio di Napoli (3756) e cancellazioni (2030): + 1727. Sono 38 le nuove start-up

Nel 2020 saldo positivo tra nuove imprese iscritte alla Camera di Commercio di Napoli (3756) e cancellazioni (2030): + 1727. Sono 38 le nuove start-up

Nell’anno 2020 risultano iscritte alla Camera di Commercio di Napoli e provincia 304715 imprese (l’anno precedente erano 300578); nel corso dei 12 mesi ci sono state 3756 nuove iscrizioni (l’anno precedente sono state 3420) e 2030 cancellazioni (nel 2019 sono state 2164), con un saldo di + 1727 imprese (l’anno scorso il saldo era + 806). Le nuove start-up registrate nell’anno in corso sono 38.I numeri ufficiali del Registro Imprese dell’ente camerale fotografano la situazione attuale, che indica una crescita complessiva del numero di società iscritte, un saldo attivo tra nuove iscrizioni e cessazioni. “L’effetto Covid sulle imprese di Napoli e provincia, dunque, non è ancora evidenziabile con numeri ufficiali, ai quali occorre comunque sempre riferirsi per un’analisi complessiva e seria della situazione. – spiega il presidente della Camera di Commercio di Napoli e provincia, Ciro Fiola -. Sono mesi che continuiamo a leggere numeri al lotto, dei quali non si comprende la natura, così come siamo costretti a commentare ipotesi che, considerato l’andamento della pandemia, restano solo tali. L’autorevolezza di chi denuncia o lancia allarmi relativi a infiltrazioni, commistioni con parti della criminalità organizzata, fenomeni di usura legati alla difficoltà del momento, ci impone di essere particolarmente accorti. Così come bisogna essere sempre vigili e impedire che il tessuto economico legale si inquini, per qualunque motivo, con l’immissione di capitali di dubbia provenienza, che drogherebbero un’economia già fragile. I dati ufficiali ci dicono che comunque il sistema regge, probabilmente anche grazie alla grande capacità di autorigenerarsi degli imprenditori meridionali o alla tipologia di imprese esistenti sul territorio. I ristori di Stato, i sostegni regionali e tutte le iniziative governative (penso, ad esempio, a Resto al Sud) hanno dato una mano a mantenere in vita il sistema connettivo delle imprese. Ma gli effetti veri della pandemia li vedremo il prossimo anno, anche se l’augurio è che superati i primi mesi e grazie ai vaccini e alle cure, si possa ritornare a una vita normale, offrendo spunti per il rilancio dell’economia, come avviene in genere dopo le crisi profonde. Dal 10 gennaio daremo il via alle consultazioni con le associazioni datoriali per definire insieme l’allocazione dei 45milioni di euro stanziati dal Consiglio della Camera delle Imprese e destinati a bandi a favore delle attività economiche. In linea con l’idea che sostiene questa presidenza dal primo momento, ovvero cercare nella pluralità delle istanze di ognuno quella ricchezza che può riflettersi sulla salute delle imprese. Penso a settori come il turismo che dovranno essere trainanti, alla ristorazione di qualità, all’eccellenza dell’artigianato e della sartoria, alle nuove tecnologie, all'agricoltura e all’industria che dovranno assumersi l’onere di fungere da propulsore per tutto il sistema. Ma anche alle aziende che operano nei servizi, sia per il pubblico che per il privato e a quella miriade di microimprese che sono la spina dorsale della nostra economia locale alle quali non faremo mai mancare il nostro sostegno. Nell’ottica della collaborazione istituzionale, in un momento in cui non ci può essere spazio per le divisioni, a nessun livello”.

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